Villa Quassa e le cascine lombarde

Viaggio tra le cascine sulle sponde del Lago Maggiore

Lungo le sponde del lago Maggiore, in una località non molto conosciuta a livello turistico, si estende il Comune di Ispra, in una zona collinare a metà strada tra Sesto Calende e Laveno che si trova alle pendici dei Monti del Prete e dei Nassi.

Un cambiamento radicale

Un tempo era un’apprezzata località climatico-balneare, meta di villeggiatura di famiglie facoltose, che fecero sorgere nel secolo scorso ricche residenze dotate di grandi giardini. Ciò produsse un mutamento radicale anche nell’aspetto originario delle sponde lacustri: i giardini attorno alle ville sostituirono i boschi cedui e furono introdotte diverse specie esotiche arboree e floreali pronte ad attecchire nel clima temperato del lago, presente sia nella stagione estiva sia in quella invernale, il quale consente la coltivazione di piante straordinarie, dai colori vividi e dai profumi intensi.


cascine lombarde
Sulla costa verso Ranco si stende il vasto e monumentale parco della Villa Quassa, uno dei più grandi del lago Maggiore. Vi trascorse l’infanzia Luigi Cadorna, futuro Generale e Maresciallo d’Italia. Il parco e la villa vennero sistemati, alla fine dell’Ottocento, dalla famiglia Consonno. Successivamente furono di proprietà dei Signori Ghedini, che ne lasciarono in eredità fino ad oggi il nome; attualmente è di proprietà di un imprenditore straniero. All’interno di questa splendida proprietà si erge una cascina dei primi del Novecento che rappresenta un tipico esempio della Casina Lombarda.

Le strutture

Le cascine lombarde erano un tempo delle grandi fattorie al centro di un’azienda agricola di decine di ettari. In generale, nell’Alta Pianura Asciutta, le cascine sono più piccole rispetto a quelle della Bassa Pianura irrigua, di solito almeno la metà. Buona parte delle cascine lombarde sono state costruite nel Settecento e nell’Ottocento, ma si trovano notevoli esempi costruiti nei primi anni del Novecento.
La tradizionale cascina lombarda non era una semplice casa colonica, piuttosto un complesso edilizio strettamente ancorato ad esigenze produttive. Spesso i complessi cascinali costituivano veri e propri borghi agricoli formati da una serie di costruzioni disposte attorno ad uno spazio scoperto centrale denominato aia.


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L’edificio principale, generalmente arricchito da un più elaborato apparato decorativo e dotato di portico e loggia, era destinato al proprietario. Il complesso che racchiude tali costruzioni è a corte chiusa, quantomeno su tre lati. L’impianto chiuso nacque prevalentemente per motivi di difesa da possibili furti e razzie molto frequenti nelle campagne, soprattutto nelle ore notturne.
Questa tipologia era riscontrabile soprattutto nella Bassa Milanese, in presenza di un terreno particolarmente irrigato e con i processi produttivi dell’agricoltura molto evoluti. Al contrario, gli insediamenti rurali nella zona a nord dei fontanili, la cosiddetta pianura asciutta, producevano un’attività finalizzata principalmente all’auto-sostentamento ed erano generalmente strutture dall’aspetto più modesto perlopiù formate da un corpo di fabbrica lineare, dotate di un portico a pian terreno e spesso di una loggia al piano superiore. Spesso queste case monofamiliari, edificate attiguamente, costituivano dei veri e propri borghi agricoli, diversamente gestiti rispetto alle cascine padronali a corte poiché presso questi nuclei di abitazioni non esistevano gerarchie, bensì rapporti paritari tra più gruppi familiari.
Le caratteristiche architettoniche della cascina lombarda, nonostante alcuni interventi di nuova edificazione, sono rimaste inalterate. Lo schema architettonico è caratterizzato dalla distribuzione degli edifici attorno alla corte.

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Le tipologie e i materiali

Le cascine si dividono in quattro tipi: dalla più semplice, con una struttura a monoblocco composta da un unico edificio, a quella leggermente più complessa costituita da più edifici posti in modo irregolare tra loro, fino ad arrivare ad organizzarsi a formare una corte chiusa o, al più, aperta su di un lato.
In ogni tipologia il materiale di costruzione principale era il mattone pieno cotto in fornace, facilmente reperibile. Questo, oltre ad avere un ottimo impatto estetico, presentava particolari caratteristiche di durabilità, nonché una notevole resistenza fisico–meccanica.
La scelta dei materiali locali non solo presentava vantaggi economici e logistici, ma era anche una risposta naturale alla tipologia del sito e al clima. Ad esempio, l’estrazione della calce era praticata diffusamente sul Verbano: ecco perché ci sono tante fornaci in molti paesini sul Lago Maggiore.
A Ispra c’è addirittura un percorso chiamato l’Anello delle Fornaci che mostra  le suggestive costruzioni con stupendi panorami sul lago.

Le cascine oggi

cosa vedere in lombardiaMolte cascine nel tempo sono state recuperate e sono state adibite a residenze o strutture ricettive; il loro recupero e il mantenimento degli elementi distintivi, le rende edifici con un fascino ed una personalità unica.
La struttura presente all’interno della tenuta, attraverso un sapiente intervento della proprietà, esalta gli  elementi caratteristici della Cascina attraverso il recupero dei pavimenti in cotto lombardo, l’orditura in legno dei solai e del tetto e l’esaltazione dei materiali classici che la costituiscono: il mattone e la pietra.
La tenuta la Quassa è un posto unico caratterizzato dal suo fascino rurale, una posizione riservata, distese di prati verdi che la circondano (un parco di 55000 m²), una vista unica sul lago Maggiore e sul bellissimo giardino di rose composto da 1200 piante e molte varietà: una foresta di rose straordinarie che crescono in piena libertà che, in un attimo, ti catapulta in un mondo colorato, profumato, dove le regine dei fiori sono le protagoniste di un’atmosfera incantata.

 

 

 


Iris Benoni, architetto dal 1996, vive e lavora in quel di Perugia. Specializzata in acustica e bioedilizia esercita la propria attività nel ramo ristrutturazioni e restauri di edifici storici; vanta anche una pluriennale esperienza in qualità di interior design e nella progettazione e valorizzazione di strutture microricettive.