La chiamano Città degli Strapiombi e, a vederla, se ne comprende facilmente il motivo. Il viaggio attraverso l’Italia dei borghi si rivela in grado di affascinare anche chi, con la natura, è solito intraprendere delle sfide. Posta a 1976 metri s.l.m. su un altopiano che sembra una terrazza naturale con vista sul Garda, questo comune sparso in provincia di Brescia appare come la città ideale degli sportivi.
Cielo
Sport principe a Tremosine sul Garda è l’arrampicata, lungo palestre di roccia naturale a picco sul lago. Sebbene nel 2014 si sia distaccata la falesia nota come “Il Salto della Strega”, ancora oggi è possibile inerpicarsi lungo quella di Tignale-Tremosine, che presenta ben diciassette vie facili.
Se invece volete specchiarvi nel Benaco come da secoli fanno queste pareti rocciose, un volo in parapendio dal Monte Baldo vi permetterà di restare sospesi nel blu tra mare e cielo per ben 1800 metri. Vi consentirà inoltre di ammirare la parte più alta di questo comune sparso, la frazione di Pieve, i cui edifici sembrano maculare quell’irto altopiano di fronte al Baldo.
Non lasciatevi ingannare dal soprannome, però: la città degli strapiombi è adatta anche a chi ama sport meno estremi, sebbene le altezze e gli orridi rischino di mettere a dura prova persino chi di vertigini non ha mai sofferto.
Terra
Per gli amanti del trekking e del Nordic Walking, la Terrazza del Brivido, elevata di 350 metri rispetto al lago di Garda, permette di ammirarne le acque blu da un’architettura naturale sospesa nel vuoto. Dal canto suo, il Parco Regionale dell’Alto Garda Bresciano – entro cui si trova Tremosine – offre sentieri con angoli panoramici e strette gole rocciose. Gli stessi sentieri sono frequentati altresì da ruote dentate e ferri arcuati: gli amanti della MTB e dell’equitazione non possono che spartirsi queste vetuste mulattiere tempestate di trincee, cimiteri di guerra, casematte in cemento, piazzole per cannoni e siti per appostamenti in caverna.
I ciclisti su strada possono invece allenarsi in quella che fu definita da un corrispondente della «Frankfurter Zeitung» “la strada più bella del mondo”. Si tratta della Strada delle Forre, la SP 38, che corre lungo la profonda forra scavata dalle acque del torrente Brasa e collega la località bassa, rivierasca – Campione, a 65 metri s.l.m.- a quella più alta – Pieve, sede del Municipio, posta a 414 metri s.l.m.
Gli orridi imprimono alla strada un andamento tortuoso e senza dubbio suggestivo, particolarmente amato non solo dai ciclisti, ma anche dai motociclisti.
Non paghe, entrambe le categorie potranno continuare il giro lungo la via che collega Pieve a Limone del Garda che, con le sue limonaie e i suoi terrazzamenti, accoglie il visitatore dopo un percorso talmente tortuoso e buio da essere stato definito da D’Annunzio nientemeno che “meandro”.
Questa strada, che dal 1931 si staglia sul blu del lago e permette di raggiungere Limone – fino al 1900 accessibile solo dalla montagna o direttamente dal Benaco – fu fortemente voluta proprio dal Poeta Vate, a sua volta sostenuto da Mussolini. Nel 2008 il meandro è stato anche teatro della famosa scena dell’inseguimento iniziale di Agente 007 – Quantum of Solace. Eppure i ciclisti sembrano quelli più coccolati, da queste parti: per loro vengono organizzate anche delle gare, come il Rocky Mountain Bike Marathon, 100 km con un dislivello di ben 3500 metri, e la gara di Tremalzo, di 51 km.
Acqua
Ovviamente tutto nello splendido scenario del lago di Garda, che, per definizione, offre un ventaglio di sport acquatici adatti ad ogni età e tipologia di sportivo. Si va dal pagaiare seduti all’interno dell’alcova di una canoa, al pagaiare in piedi sul SUP, agevole acronimo che non a caso sta per Stand Up Padding.
Vela, windsurf e kitesurf trovano particolare diffusione grazie ai venti che battono il lago dalla mattina al pomeriggio inoltrato: che sia il Peler mattutino o l’Ora della sera, gli amanti delle vele troveranno sempre un vento a favore per fendere le onde.
Il lago di Garda è speciale anche per le bellezze che si celano nelle sue profondità. Al pari dei rinomati siti archeologici marittimi, a ben 40 metri di profondità cela un carrello da miniera ancora ripieno di ghiaia, ormai solidificatasi. Il carrello è incastrato nella spaccatura della roccia dai tempi della costruzione della Gardesana, e per vederlo è necessario percorrere la vecchia strada e insinuarsi in una piccola insenatura nella roccia.
Un altro sito di interesse subacqueo è invece la Parete della Catena, un costone verticale che si inabissa per ben 200 metri e che è intervallato da una catena con dei cartelli che indicano la profondità. Ma, attenzione, non fatevi ingannare dal gentil Benaco: la catena si ferma prima del fondo!