I luoghi della memoria
La Casa della Resistenza di Verbania Fondotoce
In occasione della liberazione dal nazi-fascismo, festa nazionale che ricorre alla data odierna, siamo soliti non rammentare il fatto che non si tratta di una storia così antica, e nemmeno di una questione così conclusa.
Ci sono anche della associazioni, come quella della Casa della Resistenza di Verbania Fondotoce, che si impegnano in molteplici iniziative volte non solo a non far cadere nell’oblio una parte di storia estremamente connessa al territorio – lacustre e non – ma anche a svolgere attività di ricerca e divulgazione per trasmettere, a coloro che non l’hanno vissuta, la memoria collettiva legata alla lotta per la liberazione.
Nata da un eccidio
La Casa della Resistenza affonda le sue radici negli episodi del giugno del 1944, quando quarantatre partigiani – arrestati pochi giorni prima durante le operazioni di rastrellamento in Val Grande – vengono fucilati a Fondotoce. Si tratta di una vendetta: la squadra del Valdossola, il 30 maggio, aveva infatti catturato – anche se non ucciso – quaranta fascisti del presidio lì presente. Dopo essere stati torturati e fatti sfilare in corteo da Intra, arrivarono nei pressi del canale che congiunge il Lago di Mergozzo al Lago Maggiore, luogo scelto per la fucilazione; solo uno di loro, aiutato dalla gente del posto, riuscirà a sopravvivere: ritornerà poi nella formazione Valdossola con il nome di battaglia Quarantatre.
Ma questo è solo uno degli innumerevoli eccidi occorsi in queste zone. Il giorno dopo, infatti, a Baveno, sulla sponda occidentale Lago Maggiore, un gruppo di partigiani compie un’azione contro alcuni gendarmi fascisti e nazisti, quasi certamente implicati nel massacro del giorno precedente. Nello scontro a fuoco, entrambe le parti subiscono delle perdite; ma è la terribile rappresaglia a mietere le vittime più numerose. Il giorno dopo le strade di Baveno vengono rastrellate; vengono arrestate circa cinquanta persone – alcune rilasciate, altre carcerate a Torino, altre ancora deportate in Germania – e fucilati diciassette ragazzi, catturati in Val Grande e sfuggiti alla mattanza di Fondotoce. I loro corpi rimarranno per tutta la notte sulla piazza dell’imbarcadero, come monito; seppelliti poi in una fossa comune, solo sei di loro saranno poi riconosciuti.
La Casa della Resistenza
La Casa della Resistenza prende avvio proprio dal luogo in cui avvenne la prima fucilazione. Ora, al posto del sangue e dei morti, si erge il Parco della Memoria e della Pace, dominato da una grande croce, posta a presidio del muro sul quale sono incisi i nomi degli oltre 1.200 nomi dei partigiani caduti. È fronteggiata da un’urna di granito con ceneri umane provenienti di Mauthausen, mentre un monumento è dedicato a coloro che, seppur prigionieri, non si arresero.
Sono omaggiati anche i partigiani georgiani che militavano nelle formazioni italiane, i militari internati dopo l’8 settembre, le donne che hanno fatto la Resistenza, e gli ebrei trucidati sulle sponde del Lago Maggiore nel settembre del 1943. A quest’ultimo episodio – che si è guadagnato il macabro primato di prima strage degli ebrei in terra italiana, con un numero di vittime inferiore solo a quello delle Fosse Ardeatine – l’Associazione Casa della Resistenza ha dedicato molta attenzione partendo dalla produzione, nel 2010, del documentario Even 1943. Olocausto sul Lago Maggiore, al quale si è aggiunta l’attività di ricerca che ha permesso di predisporre attività didattiche, una mostra documentaria e all’avvio di una banca dati online.
La celebrazione
Oggi, 25 aprile, l’associazione celebra la ricorrenza con l’inaugurazione del piazzale Divisione Valdossola e di un nuovo percorso interattivo presso il Parco della Memoria e della Pace; iniziative che abbracciano anche altri luoghi della memoria, come Premosello Chiovenda e Ornavasso. QUI la locandina dell’evento.