Un detto locale recita: «Il lago di Como ha la forma di un uomo, una gamba a Lecco e quell’altra a Como, il naso a Domaso ed il sedere a Bellagio.»
Questo lago prealpino, spartito tra le province di Como e di Lecco, ha infatti la curiosa forma di una Y rovesciata. Si tratta altresì del lago più profondo e con maggiore estensione perimetrale d’Italia: sembra che il suo secondo nome -Lario- derivi dalla particella etimologica preindoeuropea “lar-” , atta a indicare un luogo incavato.
Sorvolando il territorio del lago, il paesaggio si rivela scosceso, con declivi erbosi che spesso mutano in dolomie rocciose, guglie e torri. Arroccate lungo le ripide rive si scorgono paesini e edifici storici, retaggio delle popolazioni che ivi si sono succedute. Se però i castelli e le roccaforti testimoniano un passato medievale non proprio pacifico, le ville disseminate lungo il perimetro del lago suggeriscono una tipologia di soggiorno dedita alla meditazione e all’otium letterario.
Non è infatti un mistero che fin dai tempi di Plinio, si siano specchiati nelle acque del Lario personaggi come Leonardo da Vinci, Napoleone, Alessandro Manzoni, Lord Byron, Ugo Foscolo, Stendhal, Antonio Fogazzaro, Giuseppe Verdi e Gioachino Rossini.
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