Il lago di Annone, la doppia bellezza
Un viaggio per scoprire il bacino brianzolo e ciò che lo circonda
Dei laghi brianzoli, quello di Annone è il più orientale e bagna i paesi di Annone di Brianza, Suello, Civate, Galbiate e Oggiono, tutti in provincia di Lecco. Il lago è diviso in due parti da una penisola, Isella, una lingua di terra lunga circa 1 chilometro.
Il bacino più grande prende il nome di lago di Oggiono (nel dialetto locale, ul lach, il lago), quello più piccolo è semplicemente chiamato ul laghet – il laghetto. I due non sono del tutto separati perché un canale largo poche decine di metri li mette in costante comunicazione, esattamente dove la penisola di Isella si interrompe. Alcuni frammenti litici sul fondale farebbero supporre l’esistenza di un ponte di collegamento, forse di origine romana, sul canale.
Considerando l’intera superficie lacustre, quello di Annone è il più esteso tra i laghi brianzoli (5,5 km²); ha un perimetro di 15,4 m e si trova a 220 m s.l.m. I due specchi d’acqua hanno profondità diverse: quello di Oggiono (ul lach, il più occidentale) è profondo mediamente 6,3 m con punte massime di 11,3; l’altro bacino (ul laghet) ha una profondità media di 4 m e massima di 10,1 m. Il ricambio idrico è garantito da sorgenti sublacustri e da alcuni torrenti stagionali, mentre il suo emissario è il Rio Torto, che va a gettarsi nell’Adda. Il paesaggio che meravigliosamente lo circonda è costituito a meridione dai bassi rilievi della Brianza orientale, a settentrione dal Monte Cornizzolo e a nord-est dal Monte Barro.
Un luogo da tutelare
Il lago di Annone è grossomodo equidistante dal lago di Pusiano e del Segrino; Lecco è a 6 km, Como a 24 km, Bergamo a 25 km, Milano a 50 km. Ottimi i collegamenti stradali e ferroviari. Per la sua posizione strategica e intermedia tra Como e Lecco, è stato sempre importante per il transito delle merci. Al contrario degli altri quattro laghi brianzoli, quello di Annone non è ricompreso in un ente-parco che lo tuteli, anche se è in progetto da anni di poterlo far rientrare nel Parco Monte Barro e quindi essere riconosciuto come Sito di Interesse Comunitario.
A causa dell’intensa antropizzazione, il lago di Annone risente più degli altri di fenomeni inquinanti. Varie ordinanze comunali hanno finalmente stabilito che lo si può solcare esclusivamente con natanti a remi, a vela o con motori elettrici, di minimo impatto ambientale. Ci si è resi consapevoli dei pericoli che questo prezioso ecosistema corre. Tra l’altro studi botanici hanno individuato la presenza di sette specie vegetali assenti nel resto del territorio lombardo e settanta specie rare, presenti grazie a particolari condizioni microclimatiche. Non sarebbe già questo un motivo per salvaguardarle? È stata rilevata anche la presenza della pianta carnivora Utricularia vulgaris, mentre caratteristico è il canneto a canna di palude e tifa, che si esprime con maggiore potenza nella zona di Isella (bacino Annone est) e del Pescone (bacino Annone ovest). Come per gli altri laghi brianzoli, sulla superficie si possono vedere piante acquatiche galleggianti, soprattutto nelle acque basse (millefoglie, ninfea bianca, nannufero giallo). Nella variegata vegetazione lacustre prospera una fauna altrettanto diversificata, dagli insetti (di cui sull’Annone sono segnalate specie rare) agli anfibi (tra i quali la rara rana Lataste) fino alla popolosissima avifauna, uccelli acquatico-palustri di numerose specie (svasso maggiore, tuffetto, germano reale, gallinella d’acqua, porciglione, cannaiola, cannareccione, usignolo di fiume, migliarino di palude, martin pescatore, tarabusino, nitticora) e l’elegante airone rosso.
La leggenda di Teodolinda
Il lago di Annone è stato proprietà privata per molti secoli, un po’ com’è accaduto per gli altri laghi brianzoli. Oggi le acque sono del demanio, ma alcuni diritti rimangono in mano ai proprietari privati. Come per gli altri laghetti briantei, anche Annone è contornato di leggende, e una di queste riguarda la Regina longobarda Teodolinda, che fu molto importante per la Brianza. Si narra che a quel tempo il lago fosse più vasto, tanto da lambire Castello Brianza (oggi completamente escluso), dove la regina e il figlio Adaloaldo soggiornavano per momenti di riposo. I boschi di castagno erano la meta preferita della donna, mentre il figlio amava andare a pescare: questo allietava oltremodo Teodolinda, che aveva visto il figlio immalinconirsi durante il rigido inverno. In una giornata di sole, verso mezzogiorno, Adaloaldo chiese alla madre di poter andare a pesca su una barca in compagnia del servo, ed essa acconsentì. La pesca si rivelò fruttuosa e, tutti contenti, i due pescatori si accingevano a fare ritorno, quando un vento improvviso preannunciò l’arrivo di un violento temporale. Dal balcone del castello, Teodolinda guardava con trepidazione il lago, sperando di vedere presto comparire la barca con l’amato figlio, ma la pioggia non le permetteva di vedere nulla! Dopo poco il turbine cessò e il sole tornò a splendere sulle acque, mostrando l’imbarcazione capovolta. Tra lacrime di disperazione, la regina pregò il Cielo e, miracolosamente, le acque del lago cominciarono a ritirarsi. Tra la melma spuntarono i corpi di Adaloaldo e del servo ma, Teodolinda, seppure straziata, ringraziò l’Onnipotente per il miracolo di averle restituito il corpo del figlio su cui piangere e pregare. La memoria di quel doloroso episodio starebbe nei toponimi delle terre in seguito emerse (Dolzago, Laguccio, Peslago e Imberido…).
Sport, relax e casote
Il lago di Annone presenta davvero un’infinità di risorse naturalistiche, artistiche e archeologiche da conoscere, in base al tempo a disposizione e alle proprie attitudini personali. Gli appassionati di sport acquatici potranno solcare le acque su canoe e kayak. Da qualche anno gli amanti delle due ruote e della mountain-bike possono avvalersi della pista ad anello che circonda il bacino di Annone (interrotta nel breve tratto tra Galbiate e Oggiono, che corre su strada), circa 15 km con diversi tipi di fondo, a stretto contatto con la natura. Inoltre la pista si collega alla Ciclovia dei Laghi.
Gli amanti dell’abbronzatura, del relax e delle escursioni possono usufruire del campeggio situato sulla Penisola di Isella, Una comoda strada, che si biforca a sinistra subito dopo aver lasciato la SS36, conduce direttamente al parcheggio del lido pubblico (posti auto limitati, però!). Attraverso un sentiero pedonale, permette di inoltrarsi per circa 500 m su questa lingua di terra costeggiando la riva destra del lago, in vista del pittoresco e antico abitato di Civate, sovrastato dal Monte Cornizzolo e dai monti orientali della Brianza.
Nel borgo di Isella (Comune di Civate) si può dare un’occhiata alla chiesa di Sant’Andrea, di antichissima fondazione e dedicata al fratello di San Pietro, entrambi pescatori. La presenza della chiesa, in questo lembo di terra circondato dal lago, può essere ricondotta forse al legame simbolico tra l’acqua e la figura del santo discepolo. La chiesa, oggi nelle forme rimodernate, doveva appartenere al Monastero di San Pietro al Monte, un complesso di eccezionale interesse che non può mancare di una visita. Unico inconveniente potrebbe essere rappresentato dall’erta mulattiera in mezzo al bosco, necessaria per raggiungerlo, dal paese di Civate. Non è alla portata di tutti e, in occasioni eccezionali, vengono organizzate trasferte in elicottero. Si deve intraprendere un sentiero ai piedi del Monte Cornizzolo, a mezza costa della cosiddetta Valle dell’Orco; l’itinerario è ben segnalato e il tempo di percorrenza è di circa un’ora, ma varia a seconda del grado di allenamento. Noi siamo partiti dalla località in frazione Pozzo poco sopra Civate, storico nucleo sull’antica via Bergamo-Lecco-Como; qui si è già a 290 m s.l.m. e ci si deve portare a 660 m di altitudine. Lungo il percorso s’incontrano le caratteristiche casote, strutture in pietra – massi erratici di ghiandone e serpentino o blocchi squadrati di calcare – tenute insieme senza uso di collanti, che possono avere forma diversa.
Sono ritenute una rarità in Italia, perché sono tipiche dei gruppi montani che ruotano intorno al Monte Cornizzolo, dove ne sono state censite centoventi. Rivestono grande importanza per la memoria della passata vita contadina: queste strutture furono costruite nel XIX secolo e sono strettamente legate alle attività agricole. Luoghi di sosta durante la stagione della fienagione, luoghi di riparo in caso di temporali improvvisi, ricovero di attrezzi, ecc. Progressivamente abbandonate, le casote sono state recuperate in anni recenti da apposte associazioni locali, ed è grazie a questo loro lavoro di valorizzazione e tutela che possiamo visitarne alcune anche all’interno. È possibile effettuare un percorso ad anello per vederle tutte (sono dieci), ma se si è diretti al complesso di San Pietro, se ne potranno comunque incontrare almeno tre. Giunti nei pressi del monastero, si viene accolti dal motto dei Benedettini «Ora et labora». Il complesso medievale compare quasi inaspettatamente: dapprima l’Oratorio di San Benedetto e poi la Basilica di San Pietro al Monte. Da qui si domina il lago e se ne resta ammaliati, colti da un’estasi contemplativa che fa comprendere come mai i monaci avessero eletto questo luogo per pregare, meditare, lavorare, lodando Dio manifestato in tanta bellezza, fulgore e armonia.
Un altro percorso, anziché salire al complesso monastico, all’altezza della prima casota devia per il cosiddetto Buco della Sabbia (Bus de la sàbia, in dialetto locale), purtroppo mal segnalato. Si tratta di un’importantissima grotta tripartita, probabilmente usata a scopo funerario, il cui ingresso strapiomba sul prospiciente lago di Annone, sul versante sud-orientale del Monte Cornizzolo. Nella caverna sono state scoperte le testimonianze di una cultura specifica denominata cultura di Civate, risalente all’Eneolitico, anello di congiunzione con altre culture della Regione lombarda. La grotta mostra tracce di utilizzo fino all’epoca romana.
Arte e Natura
Spostandoci sul Monte Barro, che sta proprio di fronte al Cornizzolo, oltre a godere di panorami mozzafiato sui laghi, si può visitare il Parco Archeologico dei Piani di Barra, il più grande insediamento di epoca gota in Italia (V-VI secolo d.C.), costituito da abitazioni, forni di fusione, fornaci, il tutto immerso in un’oasi naturalistica di grande pregio. Numerosi anche i massi incisi con coppelle, disseminati per il Parco del Monte Barro (soprattutto sul Sentiero dei Trovanti).
A Oggiono si trova un altro imperdibile monumento, situato nel centro cittadino: il battistero di San Giovanni, esternamente ottagonale e internamente a pianta centrale. La vasca a immersione risale all’VIII – IX secolo. Si presenta nelle forme romaniche, ma è sorto su un precedente edificio più antico. Sulle pareti interne si trovano affreschi del XV – XVI secolo. A poche centinaia di passi, una scalinata conduce a una terrazza da cui godere dello splendido panorama sul lago.
Ad Annone Brianza, in posizione discosta e sopraelevata, raggiungibile tramite una scenografica scalinata, ogni prima domenica del periodo estivo è aperta la bellissima chiesa romanico-gotica di San Giorgio.
Menzione merita senz’altro Galbiate, la cui posizione intermedia tra due laghi – quello di Annone e quello di Garlate – lo rende grandemente appetibile. Suddiviso in diverse frazioncine e adagiato tra lago e collina, ospita parecchie chiese e, in particolare, quella di San Michele, detta Incompiuta perché priva del tetto (crollò nel 1939 e non venne più ripristinato). Il singolare santuario, interessante esempio di architettura barocca lombarda, ingloba nella cripta un oratorio longobardo. L’edificio apre i cancelli in speciali occasioni e nel giorno della festa del santo Arcangelo, il 29 settembre; è compreso nel Parco del Monte Barro e si trova dalla parte opposta al lago di Annone, in vista del lago di Garlate.
Il sito dell’Ecomuseo del Distretto dei Monti e dei Laghi Briantei può essere un’utile guida alla scoperta di questo territorio.