Le castagne dei laghi
Una pianta acquatica che dà frutti come quelli di montagna
Non tutte le castagne nascono nei boschi. Esistono anche le castagne d’acqua dolce (Trapa natans), che vogliono laghi profondi, anche cinque metri, e acque placide.
I frutti del lago
La castagna d’acqua è una vera e propria pianta acquatica, che si radica al fondo melmoso grazie alle sue radici avventizie, che funzionano da ancoraggio. Le foglie galleggianti romboidali e disposte a rosetta sono ricoperte di peli con funzione idrorepellente nella pagina inferiore. Questa pianta predilige acque lente, profonde e con fondo fangoso.
La Trapa natans è nativa delle aree a clima temperato caldo dell’Eurasia e dell’Africa. In Italia, arrivata nel 1914 grazie ai padri Saveriani di Parma, è particolarmente diffusa nei laghi di Mantova, nel lago di Comabbio e nel lago di Varese.
I suoi frutti sono commestibili e hanno un gusto simile a quello delle castagne di bosco, che più frequentemente, in questo periodo dell’anno, mangiamo. Le castagne d’acqua nascono all’interno di una rosetta di foglie subacquee e crescono proprio sott’acqua, con forme l’una diversa dall’altra. Dopo la completa maturazione si staccano e si depositano sul fondo, originando a loro volta nuove piantine. La raccolta avviene da giugno ad agosto. Anche le foglie vengono raccolte e utilizzate nel campo della cosmesi.
Uso e consumo
Nei secoli passati le castagne d’acqua furono usate come amuleti e venivano essiccate e assemblate come collane o rosari: vennero ritrovante anche in tombe di epoca romana. Un tempo, i semi bianchi e farinosi, dal sapore simile alle nocciole, venivano essiccati e conservati, diventavano un importante sostentamento invernale al posto dei cereali ben più pregiati. Il nome volgare di castagna d’acqua sta proprio a significare il ruolo di questo frutto nell’alimentazione delle popolazioni lacustri nei tempi di magra, proprio come lo è la castagna di montagna. Ancora oggi in India e Cina il seme dopo essere stato lessato, viene venduto come snack dai venditori ambulanti.
Qui da noi si consuma il frutto dopo averlo sbucciato: può essere fresco, lessato o arrostito. Ma anche cucinato in padella, usato nelle zuppe, nelle frittate e nel riso, o come condimento per carne bianca e pesce.