Giornata di pesca

A caccia di pesci sul lago di Mergozzo

Ogni tanto io e soci decidiamo di allontanarci un po’ dalla nostra residenza per andare a pesca e molte volte lo facciamo andando nel Verbano, in particolare sul lago di Mergozzo.

Sinus Mergotianus

Il lago di Mergozzo è uno splendido specchio d’acqua, circondato dai boschi e dominato dal Monte Orfano; anticamente era unito al lago Maggiore attraverso un piccolo lembo lacustre chiamato Sinus Mergotianus. Il Lago Maggiore, dal canto suo, era un tempo più elevato e più esteso, e ancora oggi è facile scorgere nell’entroterra di Mergozzo i segni della presenza di acque. La stessa topografia ne denuncia l’antica presenza: Passeraera la passerella; Pontit, i ponticelli, e poi ancora Lagunsco la Lanca. Poi le piene alluvionali del Toce ne hanno causato il distacco. Attualmente il collegamento fra i due bacini avviene attraverso un piccolo canale lungo quasi tre chilometri, e l’acqua scorre dal Mergozzo al Verbano, visto che il primo è sopraelevato rispetto al secondo di circa un metro.



In auto è possibile percorrerne solo la sponda più ad est, sulla statale che porta al paese omonimo, mentre il versante opposto è agibile per un tratto attraverso un sentiero che si diparte dalla piazzetta. A sud c’è un bel canneto e, a nord, il paese è caratterizzato da una piccola ma carina piazzetta, ove regna sovrano un olmo secolare. Il comune è piccolo, superando di poco i duemila abitanti.
Gli affluenti del lago sono il rio Rascina e il rio Valle dei Noci; la lunghezza del bacino è di circa due chilometri e mezzo, la larghezza di poco più di un chilometro, la circonferenza di sei, mentre la profondità massima è di oltre settanta metri e il volume delle acque è di ottantanove milioni di metri cubi.
Risulta uno dei laghi più puliti della nostra penisola, vista la mancanza di industrie sulle rive. La pesca è redditizia, soprattutto dalla barca (anche se è vietata quella a motore), sebbene questa lasci spazio anche a quella da riva nel paese omonimo e in qualche postazione lungo la provinciale.

La pesca nel canale

pesca lago di mergozzo

Il bottino

Noi, per pescare, usiamo proprio una barca, essendo essa nettamente più redditizia rispetto alla pesca da riva. Nel canale, invece, la pesca è molto difficile, data la scarsa profondità dell’acqua e i diffusi canneti, ma vi sono discreti lucci, qualcuno anche big.
Per il canale, è opportuno trovare posti che permettano facili e lunghi lanci con minnows con più galleggianti possibili, meglio se snodati e con colorazione vivace in pancia.
Qui si pesca solo il luccio: e quindi canna da 240 centimetri, mulinello N 4000 con filo almeno di 0.30 o un discreto trecciato e cavetto di acciaio. Noi usiamo canne da 7 o 8 piedi, mulinello N 4000 caricato con uno 0.30/0.35, cavetto in acciaio e minnows di buone dimensioni nelle varie versioni.

Il canneto

Lucci e black bass sono presenti vicino al canneto, sulla sponda meridionale. Per entrambe le specie si provi con uno spinnerbait o poppers, se si vuole insidiare solo il Centrarchidae. Per i lucci, va bene la stessa attrezzatura, ma è opportuno usare ogni genere di esca, compresi i gommati. La zona migliore per l’Esocidae è la riva a ridosso dei monti. Avendo a disposizione una barca elettrica, viene bene pescare colla molagna, anche le trote.

Ittiofauna di Mergozzo

Arrivando sul posto di pesca, specie in pieno paese e fra le barche ancorate, a volte con l’aiuto degli indispensabili occhiali polarizzanti vediamo anche i persici trota, fermi a galla o mimetizzati fra la vegetazione e fra i tronchi sommersi in prossimità delle rive. Gli esemplari grossi si inabisseranno, altri rimarranno immobili, ma eviteranno accuratamente le nostre esche. Altri seguiteranno a pinneggiare lentamente a due passi da riva, limitandosi ad osservare sornioni lo strano essere che si aggira all’esterno del loro territorio, pronti però a darsi ad una repentina fuga in caso di serio pericolo. Allora ci dobbiamo allontanare e aspettare almeno trenta minuti, per poi lanciare le esche da lontano verso il punto individuato in precedenza. Usare spinnerbaits e gommati idonei.
Vi sono anche persici reali pescabili a spinning o col verme; alcuni ne tentano la cattura cogli scoubidou, cioè una amettiera con tanti piccoli ami dove è infilato un tubetto di plastica, simile ai gommini per fermare un galleggiante.



Sono ancora presenti gli autoctoni salmerini alpini, pescabili – come il coregone – dalla barca col cannino a spalla e magari un ecoscandaglio. Grosse ma poche sono le trote lacustri, mentre i lucioperca sono di taglia medio-grande.
Vanto del lago è proprio la notevole presenza del coregone, visto che l’associazione locale gestisce, sotto il comune, un incubatoio che produce due o tre milioni di avannotti di detto pesce, assieme a diecimila o ventimila trotelle.
ittiofauna laghi del piemonte

L’incubatoio del lago

Sono presenti anche pesci gatto, persici sole e gardon, in aggiunta a un po’ di cavedani e scardole, e qualche tinca. Non mancano gli agoni, ma non sono una presenza rilevante.
Più che discreta la presenza di grosse carpe, anche se in caso di innalzamento del livello dell’acqua, esse tendono ad andare verso il lago Maggiore attraverso il canale di collegamento; cosa che invece gli altri pesci tendono a fare al contrario.
Il lago è gestito dai pescatori locali e perciò necessità di buono giornaliero o annuale, diversificato per pesca da riva e pesca in barca.


Classe 1956, ex dipendente ASL (ora in pensione), è nato a Cameri (NO) e risiede vicino Biella. Ha collaborato per otto anni con due riviste delle ormai fallite Edizioni Olimpia,. Consigliere fondatore e della prima legislazione del CAGeP.